Yoga della risata

Yoga della risata: ride, rido, rida

Naturale o stimolata, la risata è quanto di più divertente e sorprendente possa esserci.
Nata per caso, la disciplina si pone come valido alleato per combattere ansia e depressione.

 

Che cos’è lo Yoga della Risata

Lo Yoga della Risata è una pratica unica che combina la risata incondizionata con la respirazione yogica (Pranayama). Tutti possono ridere senza bisogno di comicità, barzellette o commedie. La risata, all’inizio, viene simulata come se si trattasse di un esercizio fisico, mentre si mantiene il contatto visivo con gli altri nel gruppo e si incoraggia la giocosità. Nella maggior parte dei casi, questo porta presto a una risata naturale e contagiosa. 

La scienza ha dimostrato che il corpo non distingue tra risata finta e risata vera. Lo Yoga della Risata è la sola tecnica che consente agli adulti di produrre una risata potente e prolungata senza bisogno di coinvolgere le abilità cognitive. Letteralmente ignora il sistema intellettuale che normalmente agisce come un freno alla risata naturale.

Le sessioni hanno inizio con tecniche dolci di riscaldamento che includono esercizi di stretching, battere le mani, cantare e muovere il corpo. Ciò aiuta a sciogliere le inibizioni e a sviluppare sentimenti di giocosità. Gli esercizi di respirazione si usano per preparare i polmoni alla risata, e poi arrivano gli esercizi che stimolano la risata e comprendono tecniche teatrali e di visualizzazione, combinate con la giocosità. Questi esercizi, quando si combinano con la forte dinamica sociale del gruppo, portano a una lunga e forte risata incondizionata. Gli esercizi che stimolano la risata sono intervallati da esercizi di respirazione. Scientificamente è stato dimostrato che 20 minuti di risate sono sufficienti per sviluppare benefici fisiologici consistenti.

Meditazione della risata

Una sessione può terminare con la “Meditazione della Risata”, che incoraggia la risata destrutturata, dove i partecipanti sono seduti o sdraiati al suolo e lasciano che la risata naturale sgorghi dall’interno come una fontana. Questa è un’esperienza potente che spesso porta alla catarsi emotiva, al rilascio delle emozioni e a un senso di gioia che può durare per diversi giorni. Fanno seguito, solitamente, esercizi di rilassamento guidato.

La meditazione della risata, a detta degli operatori olistici che la praticano con cognizione di causa e creando classi di diverse persone con estrazioni sociali differenti, dimostra che molto spesso, non è la musica o il silenzio assoluto a rappresentare il clima perfetto.

Talvolta è l’obiettivo a rappresentare il punto focale attorno al quale far ruotare le forze e le energie, in questo modo si può raggiungere un risultato soddisfacente seppur ci si allontana rispetto a quanto si pratica solitamente.

Lo yoga della risata può sembrare una pratica bizzarra, e questa è stata l’idea di chi l’ha testata, appurata e dimostrata, eppure riesce a stimolare diverse funzioni basiche del nostro corpo che contribuiscono in maniera importante al benessere psico fisico.

Perché si chiama Yoga della Risata: L’elemento Yoga

La parola “Yoga” viene dalla radice sanscrita ‘Yuj’ che significa unione, integrazione e armonia. Significa prendere in mano la propria vita, unendo tutti gli aspetti, armonizzando corpo e mente, spirito e società.

La prima ragione per cui il Dr. Kataria diede a questa tecnica il nome “Yoga della Risata” fu perché comprendeva esercizi di Pranayama: questa tecnica ha un effetto potente e immediato sulla fisiologia ed è stata usata da oltre 4000 anni per influenzare corpo, mente ed emozioni. 

Secondo la filosofia yoga, siamo  vivi perché l’energia cosmica dell’universo scorre nel nostro corpo attraverso il respiro che è l’Energia Vitale o “Prana”. L’intima essenza della vita è il respiro.

A causa dello stress e delle emozioni negative, il nostro respiro si fa irregolare e superficiale, influenzando così il flusso del Prana nel corpo.

Da un punto di vista medico, il componente più importante del respiro è l’ossigeno. Il Dr. Otto Warburg, Presidente dell’Institute of Cell Physiology nonché vincitore del Premio Nobel, parlò così dell’importanza dell’ossigeno:

“Le tecniche di respirazione profonda fanno aumentare la quantità di ossigeno che

arriva alle cellule e costituiscono il fattore più importante per vivere una vita piena

di energia e libera dalle malattie. Quando le cellule ricevono abbastanza ossigeno, il

cancro non si manifesta.”

Yoga della risata. Espira, insipira

La principale caratteristica del Pranayama è che l’espirazione dura più a lungo della inspirazione. In questo modo, i polmoni si liberano dall’aria residua che viene sostituita da aria fresca, con un più alto tasso di ossigeno. Una normale inspirazione riempie solo il 25% della nostra capacità polmonare totale (volume di marea). Il restante 75% (volume residuo) resta pieno di aria stagnante. La respirazione si fa più superficiale quando siamo sotto stress. Per mantenere sani i nostri polmoni e per fornire abbastanza ossigeno al nostro corpo, in modo da raggiungere il picco di performance, abbiamo bisogno di prendere respiri più profondi e di togliere quell’aria stagnante dai polmoni.

Il segreto della respirazione profonda sta nel fatto che l’espirazione dovrebbe essere più lunga dell’inspirazione. Ciò aiuta a sbarazzarsi dell’aria residua nei polmoni, che contiene più anidride carbonica. Nelle tecniche di respirazione yoga, si insegna a espirare più a lungo contraendo i muscoli addominali, cosa che non è semplicissima. Immagina quale potrebbe essere il metodo più facile per espirare più a lungo. Basta ridere. La risata è il metodo più rapido e semplice per espirare più a lungo e ripulire i polmoni. Perciò, la respirazione profonda non ha a che fare con l’inspirazione; riguarda piuttosto l’espirazione.

Allena il diaframma. 

La maggior parte degli esercizi di risate e di respirazione yogica sono ideati per stimolare il movimento del diaframma e i muscoli addominali, che, a loro volta, attivano il sistema parasimpatico (la parte calmante del sistema nervoso autonomo). Questo è opposto al sistema simpatico o sistema di eccitazione dello stress, che può essere disattivato semplicemente imparando a muovere il diaframma.

Due terzi della respirazione avvengono per effetto del movimento diaframmatico, mentre un terzo viene dai muscoli intercostali e altri muscoli del torace ma, a causa dello stress, noi smettiamo di usare il diaframma, rendendo il nostro respiro più superficiale e limitato ai muscoli del petto. Ciò porta all’accumulo di anidride carbonica, che può attivare il sistema di eccitazione dello stress. Lo Yoga della Risata si concentra sull’allenamento del diaframma per il respiro e la risata, favorendo l’uso dei muscoli addominali. Ciò è molto in sintonia con i principi dello yoga.

Questione di connessioni

 Poiché lo scopo dello yoga è connettersi attraverso la risata incondizionata, i membri del gruppo si connettono gli uni con gli altri rapidamente, indipendentemente dalla nazione o dalla cultura di appartenenza, da quale lingua parlino o da come vivano. Lo Yoga della Risata promuove una forte unione tra coloro che ridono insieme, creando un legame quasi familiare, offrendo un tipo di interazione sociale che è essenziale per la felicità. L’obiettivo dello Yoga della Risata è connettere le persone l’una all’altra al livello del cuore, senza giudizio, e questo è l’autentico significato dello Yoga. 

Yoga della risata e obiettivo

Lo Yoga della Risata va oltre il puro ridere. Con la pratica regolare, si sviluppa un atteggiamento mentale positivo che aiuta la gente ad attraversare le avversità o i momenti in cui è proprio difficile ridere fisicamente. Lo spirito interiore della risata è la nostra capacità di mantenerci vitali e positivi nonostante gli accadimenti. Lo Yoga della Risata può migliorare

la salute fisica, rilasciare i pensieri e le emozioni negative, aiutare a entrare in contatto con la natura spirituale. Aiuta anche a sviluppare un atteggiamento di perdono, generosità, compassione e aiuto mentre si cerca attivamente la felicità degli altri.

Lo Yoga della Risata spesso porta cambiamenti inaspettati che sono:

  • Un cambiamento dallo stato mentale “voglio/prendo/sono egoista” allo stato mentale “amo/mi prendo cura/dono”, con un aumento dell’empatia e della compassione tra i membri del gruppo e verso gli altri, in generale.
  • Fornisce la capacità di ridere per cose che, un tempo, ci avrebbero solo causato stress o rabbia, con un nuovo senso di perdono. Se sei felice e le persone intorno a te non lo sono, queste non ti permetteranno di rimanere felice. Una parte della filosofia dello Yoga della Risata consiste nell’essere consapevoli di portare felicità a chi sta intorno a noi: ciò è essenziale per rimanere felici. Il modo migliore per rendere gli altri felici è dato dall’insieme dell’apprezzamento e del perdono. 
  • Lo spirito interiore della risata promuove i concetti di “apprezzamento” e “perdono” come strumenti efficaci per connettersi agli altri e per aiutarli a stare meglio, aumentandone la felicità. Insieme, questi principi possono fornire un’esperienza importante, in grado di cambiare la vita.

Una volta che impari a giocare, ridere è il risultato naturale. Quando impari a indurre la risata nel corpo, la mente lo segue a ruota. Il modello fisico della risata è facile da praticare per la maggior parte delle persone, che si sentono sollevate per il fatto di non dover subire la pressione di doversi identificare con la parte mentale della comicità.

Ridi, nonostante tutto

Lo Yoga della Risata fa una netta distinzione tra felicità e gioia. La felicità è una risposta

condizionata. Dipende dalla soddisfazione di alcuni desideri della mente ed è collegata agli accadimenti nel passato e nel futuro, difficilmente ha a che fare con il presente.

Ricordi per quanto tempo sei stato felice dopo aver ottenuto quel diploma, quell’auto, quel posto di lavoro o quella nuova casa per cui avevi lavorato così duramente?

Purtroppo, il fatto è che, anche quando le condizioni sono soddisfatte, la felicità spesso vola via in fretta, sostituita da nuove condizioni, nuovi traguardi, sempre più ambiziosi.

Viceversa, la gioia è un impegno incondizionato a essere felici nel momento e a divertirsi nonostante i problemi della vita. La gioia è facilmente innescata da attività gioiose come ridere, danzare, cantare e giocare. E’ un fenomeno puramente fisico, mentre la felicità è un concetto mentale.

Quando sei gioioso, sperimenti cambiamenti fisiologici e biochimici. La generazione di buoni sentimenti e un senso di benessere cambiano il tuo modo di guardare alla vita. Lo Yoga della Risata implica l’imparare a essere gioiosi e puoi navigare attraverso la felicità in un modo diverso.

Fai finta, finché non lo fai per davvero 

Un antico adagio recita così: “Se non sei felice, comportati come se lo fossi e lo diventerai.” C’è una grande saggezza alla base di queste parole: “recitare la felicità”. La ricerca medica mostra che, se si finge di ridere o ci si atteggia a persone felici, il corpo produce la chimica della felicità.

Secondo i principi della Programmazione Neurolinguistica (PNL) c’è ben poca differenza tra il pensare a qualcosa e realizzarla. Quindi, non importa quale sia la fonte della risata, essa induce sempre gli stessi cambiamenti fisiologici nell’organismo. Molti attori, in tutto il mondo, hanno sperimentato l’effetto del simulare le emozioni. Spesso si sentono poco bene dopo aver interpretato un ruolo triste e depresso, il che indica chiaramente come il recitare la tristezza faccia male, mentre recitare la felicità faccia bene alla salute.

Coltivare la giocosità tipica dell’infanzia

La risata non riguarda solamente il ridere. Implica il coltivare la giocosità dei bambini. Una volta che impari a giocare, non devi per forza ridere. La risata diventa il risultato naturale del tuo bambino interiore giocoso. Se vuoi sbarazzarti della tua dipendenza dalle battute umoristiche e vuoi continuare a ridere, semplicemente diventa simile a un bambino. Anche se ridere in gruppo costituisce sicuramente uno stimolo, un comportamento infantile da  parte di un adulto aiuta a superare le inibizioni. 

Robert Holden, nel suo libro “Ridere, la miglior medicina” dice: ‘‘Ogni bambino nasce con molto potenziale creativo per ridere, divertirsi, giocare, essere felice e amare. Ogni limitazione a qualunque di queste azioni ha un effetto avverso sulla crescita del bambino e sul suo sviluppo.

“Chiunque cresca con il bambino interiore troverà salute, armonia e felicità. Perciò, invece di crescere escludendo il bambino che c’è in noi, dovremmo piuttosto crescere insieme a lui.’’

Da adulti, in pochissimi riusciamo a mantenere la capacità di stupirci che hanno i bambini.

Addestra corpo e mente a ridere

Sapevi che è possibile imparare a ridere?

Il corpo e la mente possono essere addestrati a ridere secondo la nostra volontà. Un po’ come imparare ad andare in bicicletta. Si usa la memoria muscolare: una volta imparato, non si scorda più.

La teoria della PNL indica chiaramente che, ripetendo un qualunque comportamento del corpo per un periodo di tempo, la mente comincia a generare una risposta prevedibile. Il corpo impara a produrre una reazione automatica, simile a quella che si ha colpendo il ginocchio, senza bisogno di coinvolgere la parte razionale del cervello nel processo del pensiero. Questo fenomeno si chiama “condizionamento”.

Gli esperimenti del medico russo Pavlov, effettuati sui cani, sono un esempio classico di questo condizionamento. Ogni volta che il medico dava da mangiare agli animali,  accompagnava questo gesto con il suono di un campanello. Dopo molti giorni in cui lo stesso processo venne ripetuto, cessò di dare il cibo e si limitò a suonare il campanello.

Trovò che il semplice suono del campanello, anche in assenza di cibo, induceva la

salivazione e la produzione di succo gastrico. Il corpo dei cani aveva sviluppato una

associazione tra il suono, una esperienza fisica sensoriale, e il cibo.

In modo analogo, anche il cervello umano può essere condizionato. Con la ripetizione degli esercizi, il corpo inizia a reagire prima che la mente conscia possa razionalizzare e pensare. Per tutta la vita, siamo condizionati in senso negativo e positivo.

Con il tempo, i partecipanti ai Club si condizionano a essere gioiosi attraverso l’esperienza fisica del praticare Yoga della Risata. Battere le mani secondo un ritmo, cantare “ho ho ha ha” tutti insieme, e fare affermazioni positive come “molto bene, molto bene, yay!” sono alcuni esempi di espressioni di gioia che si praticano ripetutamente nei Club della Risata. Con lo Yoga della Risata, il cervello sviluppa nuove connessioni neuronali, in grado di produrre la chimica della felicità nell’organismo. Queste reazioni possono essere innescate semplicemente con gli esercizi, e compiendo determinate azioni, capaci di portare la mente a sperimentare un sentimento di gioia, non importa per quale motivo.

Anna Leo

Yoga della risata, inizio e scoperta

Anna Leo

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Gli arcangeli: scopriamo chi ci circonda

Gli arcangeli sono figure astratte che ci circondano, aiutano, proteggono e spronano nel nostro quotidiano

Chi sono gli Arcangeli?

Gli arcangeli sono i messaggeri primari di Dio, il termine arcangelo deriva dal greco archi, che significa “primo, principale o primario”, e “angelos”, che significa appunto, “messaggero di Dio”.
Ciascuno di loro rappresenta una determinata caratteristica del Sé superiore e scelgono di diffondere una determinata virtù.
Sono, in altre parole, diverse prospettive di uno stesso diamante capace di irradiare verso ogni direzione luce e amore divino.
Ognuno di essi ha un obiettivo specifico capace di manifestarsi attraverso le differenti vibrazioni della nostra anima, aura ed energia e di materializzarsi in diversi modi, non per forza di cose tangibili.

Quanti sono?

La tradizione riporta quattro arcangeli principali: Michele, Raffaele, Gabriele e Uriel.
Nella Bibbia sono due di loro ad essere citati, nel Libro delle Rivelazioni ce ne sono sette.
Anche la storicità dei nomi varia a seconda della corrente storica a cui si fa riferimento, tuttavia ciò che conta è il loro valore e talento.
Ecco perché si dice che avere a che fare con gli arcangeli significa trovare una direzione per rivolgersi a Dio, dipende da quale corrente si sceglie, l’obiettivo è raggiunto in ogni caso, ossia il raggiungimento con il Sé Superiore.
Gli arcangeli sono dei corpi astrali costituiti di energia che gravitano attorno a noi, dobbiamo essere predisposti e allineati sulla giusta frequenza per raccogliere i benefici e sentirci in pace con noi stesso.

Come si interagisce con gli arcangeli? 

Gli Arcangeli sono intorno a noi ed entriamo in contatto in maniera del tutto innaturale e inconscia.
La Bibbia per esempio, in alcuni passaggi racconta come il volere di Dio abbia avuto la meglio sulle intenzioni dell’essere umano.
Noi tutti li veneriamo con la speranza di raggiungere un alto grado di purificazione.
Gli arcangeli del resto, sono un’estensione della potenza divina, e vivono in mezzo a noi.
Capita a volte di osservare la bellezza della natura che ci circonda e pensare quanto sia grande la forza del divino, dell’Universo, di quel qualcosa che c’è intorno e sopra di noi.
Talvolta, releghiamo il tutto ad una semplice intenzione senza renderci conto che molto spesso, siamo guidati da forze superiori che ci aiutano a superare difficoltà e andare oltre.
Loro sono sempre con noi, non dobbiamo aspettare che si manifestino, ma dobbiamo impegnarci a mantenere intatto il legame con la madre terra e con l’Universo superiore.

Arcangeli e credenze

Tutte le religioni e credenze conducono verso la presenza degli arcangeli che vengono chiamanti in maniera differente: Guide Celesti.
Esseri spirituali puri, senza forma che svolgono il ruolo di messaggeri.
L’amorevole vicinanza con il mondo umano permette di mantenere intatte vibrazioni positive e continuare a credere nel presente prima e nel futuro poi.
Gli arcangeli sono dunque figure meravigliose, ricche di Luce capaci di guidarci e insegnarci a convivere con cattive sensazioni.
Serve trasformare il male in bene, modellare il nostro modo di essere per vivere nel qui e ora nel miglior modo possibile.

Registri Akashici: cosa sono e a cosa servono

Registri Akashici e la voglia di approfondire il proprio modo di essere

Registri Akashici

Cos’è l’Akasha?

Prima ancora di approfondire i registri Akashici serve capire cosa è l’Akasha.
Lì dove tutto ha inizio, infatti il termine in sanscrito significa “sostanza”, ossia l’essenza con la quale sono fatte le cose, qualsiasi oggetto, persona o essere in movimento o statico.

L’interconnessione che avviene tra due – o più – elementi viene registrata nell’Akasha, come a creare una sorta di storia legata da un filo conduttore tra universo e individuo.
Sui registri akashici ci sono: emozioni, pensieri, parole, comportamenti e situazioni che riguardano l’individuo dal suo inizio in questa Vita sino al suo ritorno come anima.
La sensazione di aver già visto, conosciuto o vissuto una determinata situazione potrebbe essere il collegamento più evidente con il proprio registro Akashico.

La consapevolezza nel conoscere e approfondire l’argomento permette a chi ne fa richiesta e si sottopone alla seduta di acquisire nuove conoscenze sul proprio essere.

Il viaggio akashico

Sono molti i personaggi storici che hanno dimostrato la grande forza della conoscenza.
Steiner ad esempio, riusciva a cogliere l’essenza dei vegetali, parlava e nutriva con amore le piante dalle quali ricavava l’olio essenziale.
Il suo essere profondamente spirituale era frutto della profonda conoscenza della propria anima, nutrita anche da esperienze extrasensoriali come i registri akashici.

In linea generale, oltre alla vita attuale, anche le precedenti restano impresse sul grande libro ed esperienza dopo esperienza, si può compiere un percorso per decifrare determinati comportamenti, così da migliorarsi e progredire verso una più elevata vibrazione energetica.

M.Blavatsky: “L’ Akasha, Luce Astrale, può definirsi come l’Anima Universale, la Matrice dell’universo, il Mysterium Magnum dal quale tutto quanto esiste è nato per separazione o differenziazione”.

Aver accesso ai registri vuol dire raggiungere informazioni utili per arrivare all’obiettivo definito durante la reincarnazione.

Come si fa una lettura dei registri akashici?

Ogni lettura è un qualcosa di molto intimo e personale.
I Maestri che accompagnano la nostra anima durante la lettura scelgono di svelare ciò che siamo pronti a ricevere.
Il percorso si avvia con una meditazione particolare che inizia con una Preghiera Sacra, durante la quale si richiama la nostra frequenza energetica legata al nome e cognome di questa vita.
I guardiani che risiedono all’ingresso della libreria scelgono se offrire l’ingresso oppure ostacolarlo, se pronti a ricevere la meditazione continua e si attraversa il portale verso la risposta che andiamo cercando.

L’informazione utile può arrivare in diverse modalità: parole, immagini o comportamenti che tutto ad un tratto cambiano, spesso ci capita di avere la famosa illuminazione, con una lettura dei registri akashici si potrebbe velocizzare la modalità.
Talvolta però, non abbiamo ancora tutti gli strumenti per ricevere ciò che cerchiamo e la lettura offre altre soluzioni per superare l’ostacolo che ci affligge.

Come si fanno le domande? 

Serve sottolineare che durante una lettura dei registri Akashici ciò che si riceve è una nuova ventata di energia pura, con vibrazioni molto alte così da permetterci una sorta di guarigione spirituale e la ritrovata capacità di affrontare – e superare – gli ostacoli.
La domanda dev’essere posta in maniera tale da ottenere una risposta completa ed esaustiva, solitamente riguarda le vite passate, eventuali nodi karmici, ostacoli che oggi fatichiamo ad affrontare in ambienti lavorativi, familiari o emozionali.
Il futuro è in fase di scrittura, non è ancora stato definito, è completamente dipendente dal nostro presente e, se lavoriamo bene oggi, possiamo vivere meglio – anche – domani.
Ecco perché è importante essere completamente nel qui e ora prima di affrontare una lettura dei registri akashici.

Le affermazioni dei Maestri

“Osserva i tuoi pensieri degli ultimi tempi”.

“I pensieri di alta qualità sono più forti delle emozioni inespresse, trattenute, intossicanti che potresti arrivare a sentire verso le cose quando non si avverano come tu vorresti.
La tua intenzione va assecondata, seguita, va amata. Le leggi della creazione sono inequivocabili: quello che più fortemente desideri accade, il resto no.”

 “Sai che il cammino di un’anima non è fatto di una cosa sola ma di molte esperienze di vite in dimensioni diverse. Ognuna di esse serve per ricomporre il frammento nella sua interezza, dando origine ad un essere cosmico che possa essere d’aiuto all’umanità. 

La gioia è un’onda enorme di luce che espande la tua coscienza a livelli inimmaginabili che altrimenti non si possono raggiungere.” 

 

Guarigione Sciamanica

Guarigione Sciamanica

La guarigione sciamanica: il recupero dell’anima

 

La pratica olistica sciamanica sceglie di risolvere i problemi dell’anima. Affronta, confronta, risolvi.

Cosa è lo sciamanesimo?

Lo sciamanesimo è la più antica pratica spirituale conosciuta dall’umanità. 

Uno sciamano interagisce direttamente con gli spiriti, è un guaritore e mediatore tra il mondo ordinario e il mondo spirituale. Attraverso la pratica riesce a comprendere gli aspetti spirituali della malattia, praticare i recuperi dell’anima, recepire informazioni divine e aiutare gli spiriti dei deceduti a trapassare.

Entrando in uno stato alterato di coscienza, riesce a “vedere” gli esseri viventi nella loro essenza più pura.
Attraverso la percezione dell’anima della persona è in grado di operare per riportare armonia, benessere e guarigione. 

Molte culture sciamaniche nel mondo credono che quando soffriamo di un trauma emotivo o fisico, un “frammento” della nostra anima si allontana dal corpo per sopravvivere a quell’esperienza (“anima” nel senso forza vitale, quella che ci mantiene in vita).

I tipi di trauma che potrebbero causare la perdita di anima possono essere abuso fisico o emotivo, incidente, vittima di guerra o disastro naturale (incendio, uragano, terremoto), atto contro la propria morale, intervento chirurgico, dipendenza, divorzio, lutto.

Tuttavia, la perdita d’anima rappresenta il modo in cui sopravviviamo al dolore. Quando la psiche non può sopportare un certo tipo di dolore, attiva un meccanismo di autoprotezione, dove una parte della nostra essenza o anima, al momento opportuno, lascia il corpo, in modo che non sentiamo completamente l’impatto del dolore.

I sintomi della perdita dell’anima

I sintomi di una perdita di anima sono la diminuzione di energia vitale fino a provocare malattie psicologiche o fisiche.

Uno dei più comuni sintomi è la dissociazione, dove una persona non si sente più completa nel suo corpo e diventa apatica, con scarsa voglia di vivere, di reagire ed affrontare la realtà.

Altri sintomi sono la depressione cronica, le tendenze al suicidio, la sindrome da stress post traumatico, i problemi di deficienza immunitaria, l’angoscia, le dipendenze poiché cerchiamo di riempire gli spazi vuoti interiori con fonti esterne, sia che si tratti di sostanze, cibo, alcol, oppure relazioni, lavoro o l’acquisto continuo di oggetti materiali (tipo shopping compulsivo).

Il recupero dell’anima

Lo sciamano, con il suono ripetuto del tamburo entra in uno “stato alterato di coscienza” e con l’aiuto delle sue guide spirituali, sotto forma di Maestri o di Animali di Potere, viaggia nella realtà non ordinaria per vedere quali parti di anima sono mancanti e ripercorre, spesso in maniera metaforica, la vita della persona per trovare questi frammenti di anima. 

Ogni frammento corrisponde ad un evento traumatico, vissuto in maniera consapevole o meno.

Lo sciamano dopo aver ritrovato il frammento e averlo convinto di ritornare nel corpo, lo soffia intensamente nel cuore della persona. Il corpo viene riempito completamente con la luce della vita e avviene la guarigione sciamanica.

Lo sciamano, in questo caso, ha riportato solo l’essenza più pura rimasta nel trauma, lasciando invece nel passato le emozioni, le paure e tutti i legami energetici che avevano ferito la persona.

Dopo questo intervento la persona è in grado di avviare il suo processo di guarigione,
integrando le energie recuperate, acquisendo le capacità perdute e ritrovandosi ad avere una vita più completa e piena. Spesso queste energie ritrovate possono attivare nuove
iniziative, accendere la creatività della persona, riscoprendo capacità fino allora dimenticate.
Questa pratica o cerimonia di “Recupero dell’Anima” è oramai consolidata anche nella
nostra società occidentale e sempre più persone trovano in questo approccio la vera scintilla per uscire da situazioni di difficoltà e di sconforto, da malattie psicologiche o fisiche. 

Gli effetti del recupero dell’anima variano da persona a persona. Alcune persone sentono che sono molto più vicine al loro corpo e molto più solide. Altre persone si sentono più leggere con una sensazione di gioia.

Lo sciamanesimo come aiuto spirituale

La scelta di seguire un percorso sciamanico talvolta velocizza la pratica di guarigione messa in atto da un medico professionista che propone terapie mediche.

La volontà dell’individuo di oltrepassare la zona di comfort e avviarsi verso una completa guarigione passa anche dall’intento e dalla capacità di vedersi da fuori, come se ad un tratto scelga di vedere il proprio percorso nel presente come se fosse una sorta di altra figura, capace insomma di osservare la situazione nel complesso.

La consapevolezza del percorso sciamanico pertanto si può affiancare ad un percorso di cura senza diventare sovrastante e sostituirsi in toto.

Soprattutto nell’ambito delle dipendenze è importante imparare a gestire la propria mente, e il medico professionista offre l’utilizzo di strumenti necessari che, sommati al percorso sciamanico, arricchiscono l’individuo diventando così essenziali.

 

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A chi ti puoi rivolgere per una Sessione Guarigione  Sciamanica?

Pratica Yoga: benessere fisico e mentale

La pratica Yoga: benessere fisico e mentale

I benefici della pratica Yoga a 360°. Ecco come realizzare i propri obiettivi e migliorare l’autostima

 

I benefici dello yoga

La disciplina dello yoga trova il suo punto di origine in oriente e successivamente vede uno sviluppo sostnazionale in Occidente.

Oggi è concepito come uno sport di ginnastica dolce, inizialmente nasce come elemento fondamentale per ritrovare un benessere fisico e mentale capace di solidificare il legame profondo tra essere umano e vortice energetico.

Il mondo dello yoga ha con il tempo, sviluppato numerosi correnti di pensiero, tuttavia tutte seguono lo stesso identico principio di base: il benessere dell’individuo passa per l’energia che circonda il corpo.

Lo yoga è, inoltre, definita una disciplina di ginnastica dolce e mediante le diverse figure e posizione permette di sviluppare differenti qualità e caratteristiche del corpo.

La somma delle figure fisiche alla respirazione permette di ritrovare un equilibrio e mantenere intatto quanto già acquisito con la costanza nella pratica.

I diversi tipi di pratica yoga includono alcuni esercizi basici e tecniche di meditazione mirate alla consapevolezza del respiro.

Lo yoga fa bene (e fa ridere!)! oltre agli operatori olistici anche i medici e gli sportivi raccontano l’attitudine positiva data da una pratica consapevole e costante.

Yoga e benefici fisici

Equilibrio, rilassamento e forza. 

Questo sono i 3 elementi che dimostrano gli effetti benefici di una pratica yoga costante e mirata allo sviluppo del proprio corpo.

Man mano che si procede con la pratica si raggiungono posizioni che sembravano impossibili e questo fattore offre un ampio spunto in merito alla consapevolezza e al miglioramento dell’autostima.

L’equilibrio fisico è dato da molteplici elementi come.

  • Un’ossigenazione ideale degli organi e dei tessuti
  • Una postura adatta ed adeguata mediante posizioni yoga mirate
  • Un notevole miglioramento della flessibilità e della tonificazione muscolare
  • Un incremento della circolazione sanguigna
  • Un controllo consapevole del respiro

Questi sono alcuni degli effetti benefici della pratica olistica che si sommano ad altri elementi che rappresentano un perfetto toccasana per la mente.

La voglia di prendersi cura del proprio corpo diventa uno stimolo in più per migliorare il rapporto con se stessi, la pratica Yoga può essere un ottimo punto di partenza.

Pratica Yoga e benefici mentali

I numerosi risultati sul piano fisico si sommano ai benefici mentali che spaziano dall’autostima ad una notevole riduzione dello stress.

Svolgere una seduta o lezione di yoga giornaliera significa dedicare del tempo a se stessi, senza intromissioni esterne, stimoli visivi ma esclusivamente attenzione dedicata al proprio Io. 

Questo particolare permette di sviluppare un rapporto con il bambino interiore oltre a:

  • Migliorare l’umore
  • Incrementare la concentrazione e l’attenzione
  • Ridurre i sintomi di depressione, ansia e stress
  • Migliorare le relazioni interpersonali
  • Gestire la rabbia

Ecco che gli innumerevoli vantaggi della pratica yoga si prestano alla perfezione per entrare nell’olimpo delle discipline olistiche più semplici e complete.

Per avvicinarsi alla pratica dello Yoga serve scegliere una persona esperta e capace di insegnare e correggere le posizioni, solo così si possono raggiungere risultati adatti a corpo e mente.

Chi può praticare yoga?

Lo Yoga è adatto a tutti, a patto che venga svolto con consapevolezza e senza improvvisazione. 

Esattamente come le pratiche destinate al benessere olistico serve essere pronti e avvicinarsi a determinate discipline con il consenso di un medico specializzato.

I problemi posturali sono la classica motivazione che avvicina le persone allo yoga salvo poi scoprire un vasto mondo unito a meditazione e respirazione consapevole.

Con questo intento lo yoga è destinato e si rivolge a tutti! 

Esistono moltissime varianti che soddisfano l’esigenza del singolo, così come soluzioni curiose e divertenti che si prestano a trasformare in un qualcosa di carino una pratica profonda e introspettiva: lo yoga del sorriso è una soluzione che “strappa un sorriso” e aiuta a ritrovare l’amore per se stessi e aumentare l’autostima lavorando sulla prospettiva della mente e sul 4 chakra.

Yoga e controindicazione

Lo yoga non presenta controindicazione se non l’obbligo del soggetto che si avvicina alla disciplina di ascoltare il proprio corpo e prendersene cura rispettando tempi e modi.

Cosa significa? 

Determinate posizione e figure dello yoga richiedono un buon allenamento muscolare piuttosto che un limite evidente, soprattutto per tutto ciò che riciede l’appoggio esclusivo sulle braccia come la verticale.

Scegliere di praticare la disciplina senza avere una buona forma fisica e pretendere che il proprio corpo risponda nel migliore dei modi è una follia.

Lo yoga dev’essere vissuto e conosciuto piano piano, solo così i muscoli si possono adeguare alle nuove sollecitazioni e iniziare ad “imparare” la nuova postura.

Ascolta il tuo corpo e per una volta, abbandonati alle sensazioni.

La Guarigione karmica

La Guarigione Karmica e il qui e ora

Cosa è?

Guarigione karmica

Il karma in ogni suo aspetto. Risolve, asseconda e talvolta stravolge. Ecco come l’operatore olistico interviene per ristabilire un equilibrio mirato al vivere bene il qui e ora.

Cosa è il karma?

Karma: è importante capire cosa realmente significa questa parola prima di addentrarci nel capire cosa significa  “guarigione karmica”, perché molto spesso è stata  utilizzata in maniera inappropriata e semplicistica,  specialmente in occidente. Senza la comprensione  profonda di cosa è il karma non possiamo utilizzarlo quindi  come potente strumento e alleato nel nostro percorso  spirituale. 

Karma è una parola sanscrita che significa azione, che  implica il concetto di causa ed effetto, non il destino scritto  nella pietra e impossibile da cambiare. Il karma ci dice  chiaramente che sono le nostre azioni a produrre una  reazione, puntando sul nostro empowerment.  

I diversi tipi di karma

Importante focalizzarsi poi sui vari tipi di Karma, in maniera tale da addentrarsi meglio nel tema della  guarigione karmica. Ricordo che il concetto di karma è  presente in tantissime altre culture e religioni, come il  buddismo, il taoismo e il jainismo, ma quello a cui  principalmente ci si riferisce in occidente con le pratiche  olistiche è quello di origine induista, per cui cerchiamo di  comprenderne almeno le basi. 

Secondo l’induismo ci sono tre tipi di karma:  

  • Sanchita, che è il karma che ci portiamo dalle vite passate,  può indicare il totale del debito che ci portiamo dalle vite  passate e che andranno smaltite nelle vite future.
  • Praarabdha: che è la porzione di Sanchita che siamo  chiamati a risolvere in questa vita, per non ritrovarcela poi  nelle future, possiamo definirlo come l’eco che proviene  dalle vite precedenti e che dobbiamo ascoltare. Kriyamana/Agami: sono le azioni presenti, quelle che si  producono durante questa vita e che decidono i debiti  futuri che finiranno nel Sanchita. 
  • Pitra Dosh, che secondo l’astrologia vedica  è il debito che ci portiamo dai nostri antenati, questo è un  concetto presente in tantissime altre culture, la guarigione dei debiti e traumi ancestrali, attraverso un lavoro a stretto contatto con i nostri antenati, preghiere, offerte, rituali, ma soprattutto azioni che possano smaltire quanto ci è stato tramandato, liberando noi stessi e i nostri antenati da quello stesso debito. 

Ora che abbiamo compreso meglio le basi da cui partire  non ci resta che entrare nel vivo del discorso che ci  interessa: La guarigione Karmica. 

Come capire il debito karmico

Per capire come procedere a una guarigione  karmica bisogna comprendere quali sono i debiti che  abbiamo in questa vita. Il primo modo per comprenderlo è  accessibile a chiunque, senza troppa difficoltà e/o  preparazione specifica: l’auto osservazione. 

  • Quali sono i  problemi ricorrenti nella nostra vita? 
  • Le situazioni e i campi  in cui abbiamo più difficoltà? 
  • Paure inspiegabili, fobie  specifiche senza che ci sia una reale connessione con  traumi specifici di questa vita? 
  • Ci sono sfide e condizioni di  vita ripetitive molto simili alle storie dei nostri antenati? 

Questi sono alcuni esempi di domande che potrebbero  mostrarci il nostro debito karmico, usando solo la  conoscenza di noi stessi e del nostro percorso. Possiamo poi utilizzare metodi alternativi, ad esempio  l’astrologia vedica o karmica. Strumento utilissimo per  mostrarci con esattezza il Praarabdha, il Pitra Dosh e come  sfruttare al meglio l’Agami, lasciando libero spazio alla 

nostra creatività per farlo. 

Un altro metodo utile per comprendere i nostri debiti sono i registri akashici, grazie all’aiuto del nostro team spirituale, possiamo infatti portare alla luce in maniera anche molto  precisa i nostri debiti karmici, i voti che ci portiamo dalle  vite precedenti, i nodi da sciogliere e via dicendo. 

Come funziona la guarigione karmica?

Vediamo qualche modo per farlo: 

Per prima cosa, evitare di ripetere i propri pattern  disfunzionali: Intanto comprendendo da dove arrivano, è un debito karmico? Uno ancestrale? 

Poniamo un esempio:  sono una persona che si sacrifica costantemente per gli altri, lasciando che i bisogni altrui vengano sempre prima  dei miei, possiamo a questo punto andare a scavare nelle  vite precedenti o dei nostri antenati, molto probabilmente  ci saranno delle vite che hanno costretto te o i tuoi antenati a sacrificarsi per gli altri (figli, compagni, autorità e via  dicendo) e/o al contrario vite in cui la propria autorità e  posizione è stata utilizzata per opprimere persone o  animali. 

Confermato questo (e qui possono tornare utili l’astrologia  karmica e i registri akashici) i metodi per guarire sono  molti, ma tutti frutto dell’azione personale: riuscire a tagliare dalla propria vita tutte le persone  tossiche che si approfittano della nostra generosità e  utilizzare la nostra energia solo per cose che fanno bene a  noi stessi e gli altri, ma senza che questo ci faccia sentire  oppressi (ad esempio il volontariato).  

Altro esempio interessante e di cui abbiamo sentito tutti  parlare, il concetto della pecora nera della famiglia, ogni  volta che decidiamo di cambiare lo schema messo in atto dai nostri familiari e decidiamo di distaccarci da quello schema per cercare la nostra libertà e la nostra felicità stiamo molto probabilmente guarendo il nostro trauma  ancestrale, per fare in modo che anche chi arriverà dopo di  noi si troverà a potersi esprimere nella piena libertà e per il

suo massimo bene. Anche qui, un esempio molto semplice.  In questo periodo storico e a queste latitudini, ci troviamo  finalmente a poter vivere, anche se con difficoltà e ancora  troppa disparità, il nostro orientamento sessuale e  espressione di genere più liberamente rispetto al passato, questo porta automaticamente a guarire il karma di chi è  arrivato prima di noi e ha dovuto vivere nascosto, o  perseguitato, guarendo automaticamente anche il Sanchita che abbiamo creato nelle nostre vite precedenti rispetto a  questioni simili. 

Quali strumenti si usano per la guarigione karmica?

Esistono molteplici strumenti che offrono la guarigione karmica, nell’ambito del benessere olistico si tende ad utilizzare l’astrologia vedica e karmica poiché offrono una fotografia  esatta di quello che c’è da guarire in questa vita e in che  modo farlo. Quando si parla di questo le persone si  immaginano sempre qualcosa di molto complicato, ma non  è così. 

Guarigione karmica

Le azioni suggerite sono sempre molto semplici e in  linea con la massima realizzazione di se stessi, mettendo il  proprio benessere al centro, per meglio raggiungere lo  scopo di questa vita. Personalmente amo molto questo  modo, perché lascia ampia libertà di azione e creatività al  consultante, che viene reso consapevole di poter  riprendere il proprio potere personale, agendo attivamente  per la guarigione karmica. 

Guarigione akashica

La guarigione akashica: qui il lettore si fa guidare dal team  spirituale del consultante, possono essere inviate guarigioni per sciogliere voti del passato, per favorire il dissolvimento  del Praarabdha, ma ricordiamoci che proprio per quello che 

ci siamo detti sopra, è poi la persona stessa, con le sue  azioni, a guarire definitivamente il proprio debito. Se il  team spirituale accetta la guarigione (si, potrebbe anche  decidere che non siete pronti) lo fa perché si aspetta che  voi siate in grado poi con le vostre azioni di guarire  definitivamente e dissolvere quel debito. Quindi anche in  questo modo Akasha ci aiuta principalmente a trovare la  forza e il coraggio per fare avvenire il cambiamento che  porterà poi, grazie alle nostre scelte, a poter poi a  dissolvere parte dei tuoi debiti karmici.

Karma e profondità

Il processo di guarigione karmica è frutto di tanto lavoro, costante ricerca e soprattutto consapevolezza che  siamo noi stessi, spesso, a poter decidere come guarire quel pezzo per il nostro bene superiore e per fare in modo che nelle nostre vite future e le linee ancestrali successive alle nostre, possano non doversi ritrovare a fare i conti con i problemi che stiamo sperimentando in questa vita. 

Guarigione karmica come strumento

Serve ricordare che tutto ciò che riguarda traumi e blocchi emotivi  difficili da elaborare vanno affrontati con un percorso di  psicoterapia, il lavoro spirituale e olistico non può per  nessuna ragione sostituirsi ai metodi riconosciuti, anzi  rischia solo di creare ulteriori disagi e blocchi, peggiorando  la situazione. Una volta elaborato il proprio vissuto e con  una ritrovata stabilità a livello emotivo, possiamo affiancare pratiche olistiche al nostro percorso di guarigione, ma non  sostituirle (dubitare sempre di chi sostiene il contrario). 

Buona ricerca e buona guarigione.

 

A chi ti puoi rivolgere per una Sessione di Guarigione Karmica attraverso una lettura degli Registri Akaschici o atrologia Karmica?

Astrologia Karmica, Astrologia, Registri akashici, Meditazione, Tarocchi 

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